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“Bene
mio e core mio” del grande Eduardo De Filippo , rielaborata in
dialetto strongolese ,ha registrato il tutto esaurito.
L'atmosfera
è quella classica napoletana.
La
commedia,in tre atti, rievoca immagini del passato, attraverso la
ricostruzione di situazioni caratteristiche di un piccolo borgo, come
i rapporti di vicinato, le liti familiari che diventano pubbliche e
un coro di divertenti personaggi che intervengono nelle vicende dei
fratelli Savastano.
Le
attrici,come in una tragedia greca di Euripide,interagiscono con il
pubblico e riescono a rendere i propri
personaggi dei soggetti originali e, fondendosi con essi, diventano
le protagoniste assolute in una serata dal cielo plumbeo.
Quando eseguiamo questa operazione di arricchimento dei copioni , raccontano le ninfe , chiediamo quasi scusa ad Eduardo ma ci pare di udire anche i suoi applausi quando si riesce ad arricchire, rinverdire e rivitalizzare alcune scene delle sue meravigliose commedie.
Durante
l'intervallo una promettente artista crotonese,
Danila
Abate, ha intrattenuto il pubblico presente in sala, con la sua voce
gradevole.
Dei
650 posti del Teatro Apollo,circa 400 poltrone sono state
occupate dagli strongolesi,accorsi anche in pullman,messo a
disposizione gratuitamente dalla ditta Romano.
Strongoli,come
ogni anno,si è dimostrato sensibile alla lodevole iniziativa ,ed ha
raccolto 3500 euro per la ricerca sul cancro dell’Airc
(Associazione italiana Ricerca sul Cancro).
L’unico
rammarico delle attrici-mamme è quello di non poter esibirsi ,
per motivi logistici , nel proprio paese, dove sicuramente si poteva
coinvolgere un’intera comunità e trascorrere un'allegra serata in
cui l'uso di qualche espressione dialettale colorata avrebbe
strappato sicuramente un sorriso.
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